La donazione

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La donazione

I 43 disegni e 21 gessi di Jacques Lipchitz sono entrati a far parte della collezione del Museo di Palazzo Pretorio grazie al dono dell’avvocato Hanno D.Mott, figlio della signora Yulla moglie del grande scultore lituano.

 
Lipchitz ebbe frequenti rapporti con l’Italia. Durante il nazismo, a causa delle sue origini ebree, lasciò la Francia per gli Stati Uniti, ma negli anni Sessanta tornò in Europa e scelse di risiedere in Toscana, a Pietrasanta, che divenne il suo luogo di lavoro preferito. Morì proprio in Italia, a Capri, e il suo corpo oggi riposa a Gerusalemme.
 
 
L’approdo a Prato delle opere di Lipchitz è il coronamento di un desiderio che la vedova Yulla aveva già espresso nel 1974, durante una sua visita nella nostra città in  occasione dell’inaugurazione della scultura di Henry Moore Forma squadrata con taglio. Yulla Lipchitz rimase affascinata dall’accoglienza calorosa della Città e colpita in modo favorevole dell’entusiasmo che aveva spinto i cittadini ad accogliere l’opera di Moore, tanto da ipotizzare una possibile donazione di una parte della gipsoteca del marito.   
 
Dopo tanti anni quest’ipotesi è diventata realtà grazie alla cura e alla determinazione con cui Giuliano Gori e il Prof. Kosme de Barañano, storico dell’arte di livello internazionale e amico della famiglia Lipchitz, hanno riallacciato i rapporti tra l’Amministrazione Comunale e  Hanno D.  Mott, erede dello scultore e presidente dell’omonima fondazione.
Jacques e Yulla Lipchitz



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