Le opere di Jacques Lipchitz sono state analizzate a livello internazionale dai principali studiosi dell’arte. Sono presenti in quasi tutti i musei del mondo, dal Metropolitan di New York all’Israel Museum di Gerusalemme, alla Tate di Londra, al Museo di Rotterdam, e negli spazi pubblici di grandi città, come Philadelphia, Roma o Parigi. Lipchitz è una figura fondamentale del movimento cubista e delle avanguardie del XX secolo. Questo grande artista, che dovette emigrare dalla Lituania verso la Francia e da qui negli Stati Uniti, portò sempre con sé le sue idee e il suo talento. La sua opera non solo parla dell’esilio, ma anche delle disavventure della vita (a metà degli anni ‘50 il suo studio di New York fu distrutto da un incendio) e della capacità degli uomini di risollevarsi e reagire, con riferimenti tanto alla mitologia greca che all'Antico Testamento.
Lipchitz è stato insieme ad Amedeo Modigliani o a Juan Gris uno dei protagonisti della nascita e dello sviluppo del nuovo linguaggio artistico nella Parigi delle prime due decadi del Novecento. Condividendo inquietudini e progetti con Pablo Picasso e Georges Braque fu, assieme ad Henri Laurens, tra coloro che formularono le basi del vocabolario cubista nella scultura. Il cubismo è una porta che lo introduce non tanto ad uno stile, ma più compiutamente a una filosofia: guardare lo spazio, per poterlo forgiare poi alla propria maniera.
In seguito, la sua produzione artistica si spostò verso una figurazione che mescolava temi biblici o mitologici con un messaggio sociale, sviluppando al tempo stesso il linguaggio molto personale dell’interazione delle forme, che costituisce il suo stile. Una figurazione che non è immediata, ma che si comprende nell’ammirare le opere girandoci intorno: non è così diretta come sembra al primo colpo d’occhio, ma si rivela via via allo sguardo, creando con i corpi scolpiti un movimento formale. La sensazione di movimento prodotta dalla compenetrazione di forme e volumi, le linee di leggerezza e di peso, i tipi di narrazione schematica e di scala monumentale, sia nelle sculture che nei disegni ci parlano della forza dell’azione umana e della lotta per un mondo migliore, più sincero.