Thinking Hands

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Thinking Hands

Nei gessi si evidenzia la sensualità essenziale delle mani (e della tecnica) di Lipchitz, la sua musica silenziosa e il suo universo di forme. “Le terrecotte ed i modelli in gesso sono la base della mia ispirazione, la mia unica vera opera originale e la proprietà più preziosa che possiedo”, scrisse il grande artista negli ultimi anni della sua vita. Il suo metodo di lavoro era principalmente la modellatura con creta e gesso, le sue mani erano i suoi attrezzi. Il suo pensiero visivo (per usare un concetto di Paul Klee) si è formato con le mani dentro la materia: Thinking Hands (così titolò Alfred Wemer il suo saggio del 1959 su Lipchitz nella rivista Midstream). Le mani hanno trasferito in questi gessi le sue idee scultoree e vitali.

 
Lipchitz lo spiega con chiarezza nella prefazione scritta per la sua mostra alla Gerson Gallery di New York 157 Small Bronze Sketches 1914-1967
 
“It is a tradition in France that sculptors start their statues with a series of maquettes (clay sketch, model or dummy) or bozzettos, as Italian have called them. ...It is in this way we haved maintained the tradition of the maquette until today…The sketches are the first splash, the prime of inspiration  which keeps all the spontaneous warmth... Throughout my life I have tried to preserve in these clay maquettes the ideas that have come to me spontaneously”.
 
“E' tradizione in Francia che gli scultori inizino le proprie statue con una serie di maquettes (abbozzi in creta, modelli o prove) o bozzetti, come li chiamano gli italiani… E' in questo senso che abbiamo mantenuto la tradizione fino ad oggi… I bozzetti sono la prima fonte, il momento d’ispirazione che conserva tutto il calore della spontaneità…Durante tutta la mia vita ho cercato di conservare in questi bozzetti di creta le idee che sono arrivate a me spontaneamente”.
 
La maggior parte delle sculture di Lipchitz furono modellate in gesso o creta per essere successivamente fuse in bronzo, e in alcuni casi in piombo. Durante il suo periodo cubista Lipchitz  utilizzò anche il legno; in alcuni casi, soprattutto negli ultimi anni di vita in Italia, scolpì direttamente la pietra, il granito ed il marmo.
Foto dell\'opera di Jacques Lipchitz Testa e mani



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